In questi giorni estivi ci sono molti episodi mortali di attacco verso cani piccoli, da parte di cani di taglia più grande. Uno dei motivi per cui un cane grande uccide un cane più piccolo è la mancata socializzazione.
Vorrei fare chiarezza su questo termine.
Quando un cucciolo nasce, il primo essere che si occupa di lui è la madre. Questo tipo di incontro si può già chiamare socializzazione e si dice che è primaria, cioè la prima in assoluto e riguarda la propria specie.
Il nostro cucciolo viene in contatto con la madre, ma anche con i fratellini e le sorelline e naturalmente con la persona che si occupa di loro. Cioè un essere umano. Questa si chiama socializzazione secondaria e se l’umano è presente da subito, il nostro cucciolo ha un vantaggio sociale e conoscerà non solo l’allevatore ma anche i suoi familiari e i visitatori.
All’eta’ di 60- 70 gg il nostro cucciolo può lasciare la madre e i fratellini. Non serve a nulla pensare che se rimane sei mesi con la madre il cane sarà socializzato con tutto il resto del mondo canino. Infatti sappiamo che il 3 mese è molto importante per fare nuove esperienze con il nuovo proprietario e per essere “vaccinato” al mondo in cui andrà a vivere. Però ricordiamo che la madre e i fratellini non rappresentano l’universo di razze canine e qui è importante il ruolo dell’educatore.
Il nostro cucciolino a due mesi , due mesi e mezzo , tre mesi è pronto a riconoscere come cani anche i cani di taglia grande o di taglia più piccola. Se questa esperienza viene fatta insieme al proprietario, senza paure, tramite socializzazioni professionali, il cucciolo, in modo molto naturale, riconoscerà anche cani molto diversi dalla madre e da sé stesso.
Ricordo ancora con piacere una classe di piccolini in cui una borzoi era amica di giochi di un pincherino.
In questa situazione i due cuccioli e i loro proprietari si sono portati a casa un grande insegnamento : il borzoi ha imparato che i cani piccoli non sono delle prede, anche quando corrono, il pincherino ha imparato a non correre in modo sconsiderato per non diventare una preda agli occhi del cane più grande.
Se tutti noi pensassimo all’importanza pedagogica del terzo, quarto mese di età, avremmo molti meno problemi nell’arco di tutta la vita del cane, che ormai è molto lunga. Con una manciata, ( se non ci sono problemi pregressi), di lezioni dall’educatore esperto avremmo già un vantaggio sociale.
Non è necessario che la classe sia numerosa. Anzi: meglio due o tre cuccioli che diventano amici piuttosto di una esperienza confusa con molti cuccioli.
Purtroppo molti proprietari ignorano l’importanza del terzo , quarto mese per la crescita sociale del cucciolo e adottano alle età più disparate. Oppure adottano all’età corretta, ma non mettono in atto i consigli dell’educatore.
Non avremo lo stesso risultato facendo una classe con cani di sei mesi, per il semplice motivo che, a questa età, quelli di taglia piccola sono già preadolescenti, mentre quelli di taglia grande ancora no…e se un cane piccolo esagera nel gioco con un cucciolo di taglia grande o peggio lo bullizza…beh l’esperienza del cucciolo di taglia più grande è purtroppo negativa. E quando il cucciolo crescerà metterà in atto quel modello sociale. Ma almeno saprà che sono dei cani …
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Cosa succede se un cane di taglia grande NON conosce da cucciolo i cani di razze più piccole e quindi non riconosce queste razze come facenti parte della propria specie?
Molto facilmente la prima volta che un cane di piccola taglia, magari pelosino, passerà per la strada con il suo proprietario, questo apparirà come un coniglietto agli occhi del cane grande.
Questa triste esperienza è capitata proprio alla mia Ambra, quando aveva solamente 3 mesi di età, durante un corso cinofilo, è stata aggredita da un cane di taglia grande.
In quel caso sono riuscita a toglierla dalla bocca dell’altro cane e a salvarle la vita. Ma non sempre è possibile, soprattutto se il cane è di una razza forte e predisposta a non lasciare la presa quando chiude la bocca.
Le conseguenze psicologiche tuttavia ci sono state per la mia cagnetta. Infatti lei non ama stare con cani sconosciuti. Non è serena nemmeno con quelli che conosce bene se c’è molta confusione.
La seconda conseguenza è stata nei miei confronti. Dato che io ero presente e non sono stata in grado di difenderla ci sono volute settimane per riconquistare la sua fiducia. Non è facile per un cane in fase di crescita, che vive giustamente il proprietario come un genitore, subire un trauma senza portarne per sempre le cicatrici.
Sono anche critica con alcuni miei colleghi, che si indignano quando un proprietario, in caso di aggressione franca, prende in braccio il cane più piccolo di taglia.
Non stiamo parlando di una classe di socializzazione. Stiamo parlando di un cane grande che sfugge al controllo e si lancia in modalità predatoria su un cane più piccolo. Purtroppo non funziona come deterrente e difesa. Perché il cane grande è in grado di strappare il piccolo dalle braccia del proprietario che lo difende. Il mio suggerimento è di usare dell’acqua e bagnare l’aggressore, anche se non sempre è sufficiente.
Quindi tutti noi che ci occupiamo e lavoriamo con i cani siamo responsabili quando succede un incidente ad un cane .
Qualcosa non ha funzionato nella socializzazione…ma ricordiamo che è nostra responsabilità.
Molti invocano guinzaglio e museruola…ma prima di tutto dobbiamo essere responsabili del nostro cane e conoscere il suo pensiero. Altrimenti prima o poi la nostra attenzione potrebbe non essere sufficiente a salvare la vita di qualcuno.