Al Bar

Chi mi conosce sa che preferisco una bella passeggiata nel verde con i cani, piuttosto che portarli a fare shopping o negli uffici. Ma ci sono dei momenti nella vita di un cane in cui l’esperienza in città è formativa.

Perché la città sia benefica, e non crei un trauma sono necessarie delle premesse

  1. Il cane deve avere già una relazione con la persona che gli fa vivere questa esperienza, non puo’ essere arrivata a casa il giorno prima
  2. Il cane deve avere una certa sicurezza in sé stesso. Un minimo di autostima
  3. Deve saper alternare alla passeggiata il momento di calma senza andare in ansia o in ipereccitabilità

Cominciamo con il cucciolo: in questa fase della sua vita la tutela deve essere massima. Perciò la passeggiata in città sarà un breve -mordi e fuggi- senza arrivare a stanchezza e stress. Ogni esperienza potrebbe essere eccessiva per il cucciolo, che non sempre sarà in grado di esprimere il suo disagio. Di solito i segni di stanchezza sono: mordere il guinzaglio. Sedersi per terra. Piangere piano. Tentare di salire in braccio.

Se il vostro cucciolo esprime anche solo uno di questi segnali è importante interrompere lo stress, accogliere le richieste del piccolo e farlo sentire compreso e difeso.

Alcuni cuccioli non riescono a esprimere la stanchezza come altri. Ricordo che è sempre preferibile fare una esperienza breve e piacevole, piuttosto che una esperienza sgradevole e stancante.

Non è necessario andare in città ogni giorno se non ci si vive. Basteranno due o tre volte dai sessanta giorni ai quattro mesi di età.

Quando il vostro cucciolo inizia a essere preadolescente e inizia la pubertà sarà ancora il momento di andare a prendere qualche caffè in centro. A seconda del carattere del cane io accompagno la coppia in una ricognizione di varie situazioni di vita ordinaria.

Per esempio potremmo camminare sul marciapiede vicino ad una strada con traffico. E poi fermarci ad osservare insieme al cane cosa succede al mercato.

Saremo pronti ad allontanarci un poco da situazioni troppo rumorose e affollate, magari cercando una aiuola o una piazza meno frequentate, dove il cane potrà ritrovare un poco di equilibrio interiore.

A questa età il nostro cane vorrà conoscere ogni cane che vede al guinzaglio. Io non favorisco questo tipo di incontri preferisco che le socializzazioni e le amicizie avvengano in luoghi protetti, e con tempi e modalita’ che permettano una comunicazione intraspecifica corretta.

Insieme andremo al bar, dove metteremo per terra una copertina o un cuscino, che per il cane rappresentano un luogo di calma e relax. Prima lo disseteremo con una ciotola di acqua e rimarremo al bar il tempo necessario perché il cane riesca a rilassarsi e smetta di essere in ansia o in anticipazione.

Non è un esercizio facile e richiede la capacità di lettura delle emozioni e dei segnali calmanti del nostro cane.

Se avremo lavorato nei modi e tempi giusti, il cane avrà interiorizzato la tranquillità della situazione. Non è che desideriamo semplicemente una adesione ad un comportamento. Molto spesso vedo cani che non sono affatto felici di essere in città, ma agli occhi della maggioranza risultano cani “bravissimi” perché semplicemente hanno rinunciato a qualsiasi iniziativa spontanea. Non rivolgono mai domande ai loro proprietari perché ci hanno già provato e riprovato invano.

Io non desidero un cane nel controllo. Desidero che con l’aiuto del suo proprietario costruisca una personalità aperta ed equilibrata. In grado di integrarsi senza problemi nella nostra societa’.

Non mi piacciono i cani spenti. Che hanno perso la spontaneità e la possibilità di essere ascoltati. Quando questo succede…beh non è la citta’ la chiave giusta per riaprire il dialogo di coppia, ma il ritorno alla natura per ritrovare l’energia del cambiamento, l’apertura al dialogo e la sinergia di riuscire ad aprirsi a nuovi obiettivi

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