Più osservo i cani e più comprendo che abbiamo sempre una lezione da imparare. Vi racconto che la piccola Ariel di sette mesi ieri pomeriggio era in passeggiata con me e mia madre, sul bel sentiero intorno al lago del Corlo di Arsiè. Il sentiero è stretto ed è possibile passare solo uno alla volta. Un bel pomeriggio di settembre, con poche persone e tanta natura. Ad un certo punto incrociamo un uomo con la Mountain bike, che scende il nostro sentiero e ci saluta. Tutti i cani passano senza problemi: passa Eliot per primo, lo segue Ambra, Ivy è dietro di me. Poi ci sarebbe Ariel, che però è spaventata dall’insieme uomo-bicicletta, un centauro mostruoso con casco e riflettenti. Lei indietreggia, poi si gira e scappa in giù nella direzione da cui proveniamo.
Provo a chiamarla e parlo con il ciclista per farle comprendere che è un essere umano e non un mostro a due teste. Il ciclista è molto paziente e non vuole riprendere la pedalata per non spaventare ulteriormente Ariel. Lei ci guarda chiedendo aiuto, con gli occhi sgranati. Mia madre la chiama con voce dolce e cerca di convincerla.
Io sto per andare in suo soccorso, poi mi viene una intuizione. Chiamo Eliot e gli dico :” Vai ad aiutarla!”
Lui scende in fretta, le si affianca e le fa da barriera, proteggendola dalla bicicletta. Entrambi procedono veloci perché Eliot ha capito che la velocità, in questo frangente, aiuta Ariel nella sua fuga di paura. Lei arriva da noi al suo fianco, un po’ sconvolta e ci guarda con sollievo.
E finalmente respira.
L’incoraggiamento di Eliot, il suo sostegno, hanno convinto Ariel molto più efficacemente di tante parole umane.
Di questi piccoli aneddoti potrei raccontarne molti.
Il cane che protegge il gruppetto in passeggiata e va in avanscoperta, per segnalare gli eventuali pericoli.
Il cane che si preoccupa del cane più anziano, o malato e lo affianca quando scende le scale, così da reggerne l’equilibrio.
Il cane che sveglia il proprietario perché si accorge che ha un incubo.
Sono piccole osservazioni quotidiane, non atti eroici, le piccole gentilezze e l’aiuto che i cani sanno dare, nel momento del bisogno, sia agli altri cani, sia a noi umani.
L’aiuto dei cani è un aiuto operativo, non è fatto di parole e pensieri retroattivi. È l’osservare quando c’è bisogno di loro.
Potremmo obiettare che Eliot è intervenuto ad aiutare Ariel su mia richiesta, ma in ogni caso il modus operandi lo ha scelto lui ed era puntualmente l’aiuto di cui lei aveva bisogno in quel momento.
Cerco con questi racconti di rimuovere il concetto della Dominanza e della Sottomissione, che tanti danni continuano a fare in cinofilia.
Annulliamo per favore queste pratiche barbare legate al concetto di potere, e studiamo con attenzione i comportamenti dei nostri cani.
Scopriremo insieme un mondo di compassione e partecipazione sincera che fanno del cane una specie straordinaria