I cani di Istanbul

Il primo giorno che io e mio marito siamo usciti dalla metropolitana di Sirkeci, ho subito incontrato questo cane che a me è sembrato un po’ di razza, nel senso che poi ne ho visti molti simili a lui. Un po’ Anatolia , o forse Kangal di media taglia …

Ho notato che aspettava di attraversare la strada aggregandosi ad una famiglia, tanto che inizialmente pensavo fosse di loro proprietà.

Gli ho rivolto la parola e lui subito è stato cordiale, ha iniziato a seguirci per un tratto di strada. Non è giusto dire seguire, direi che ci ha gentilmente accompagnato, come una guida turistica. Quando siamo passati vicino alla stazione di polizia si è posizionato tra me e mio marito facendo finta di essere nostro.

Ad certo punto, arrivati quasi al Museo di Santa Sofia, abbiamo incontrato altri cani. Volevo capire come si sarebbero comportati. Un cane, chiamato Boss da chi lo conosce e lo vede tutti i giorni, è arrivato e ha spiegato al cane della metropolitana, che era meglio non andare in quella zona. Non c’è stato nessun ringhio, nessuna minaccia, solo molti segnali calmanti e qualche marcatura vicino ad un bar.

Abbiamo allora salutato il nostro amico di Sirkaci, che è tornato indietro.

Pensavo che questi cani fossero abbandonati, ma ho visto che sanno dove andare e che le persone li nutrono talmente tanto, che alcuni sono obesi!

Mi sono chiesta perché il nostro amico avesse una targhetta sull’orecchio sinistro. Poi ho notato che tutti i cani maschi sono sterilizzati e hanno questa targhetta.

In ogni aiuola tra Santa Sofia e la Moschea Blu c’è un grosso cane che dorme, e spesso ha anche una postazione al riparo dalla pioggia.

Sono tutti cani docili e gentili, ma non tutti amano essere fotografati e girano la testa quando posiziono il cellulare, anche se a distanza. Alcuni sbadigliano se gli rivolgo la parola. Altri li ho fotografati di nascosto per non disturbarli, come questo che dorme su una coperta, con acqua pulitissima e cibo fresco, vicino al ponte di Galata.

La sera rientrando in metropolitana abbiamo visto una grossa cagnona bianca e nera mettersi vicino ai tondelli di uscita per avere una carezza e un sorriso da tutti coloro che escono dalla metro. Certo lì sotto è caldo e riparato, ma lei se ne sta proprio dove c’è il passaggio di persone e non in un angolo. Il suo compito è accogliere chi entra ed esce dalla stazione di Kozyatagi. Un po’ come quest’altro nella metro sotto piazza Taksim! Sì è piazzato nel mezzo della folla del sabato pomeriggio.

I cani di strada sono seguiti anche dal punto di vista veterinario, secondo quanto mi è stato riferito dai medici veterinari che ci hanno ospitato. Gli abitanti di ogni quartiere e chi ha a cuore i cani e i gatti li fa curare a proprie spese.

Ma ora non posso che presentare questi due cani, che vivono nel parcheggio del Carrefour di Kozyatagi.

Il più grande spiega al più piccolo che per avvicinarsi alle persone deve essere lento, tranquillo e magari sedersi gentilmente. Il piccolo avrà 5 mesi ed è affettuoso e fiducioso come tutti i cuccioli. Io subito penso che dovrò comprare del cibo al Carrefour. In realtà scopro che tutte le mattine i guardiani e chi lavora vicino li nutrono con avanzi di carne, pane e ossa. Ma non resisto all’istinto della cura e il giorno seguente compro dei wurstel di vitello per loro.

Non pinzano, non saltano, e alla fine sembra quasi che mangino per farmi contenta! Condividono con gli abitanti di Istanbul una grande gentilezza verso i turisti. La sera dormono tra i container, il grande a protezione del più piccolo, anche se scopro che hanno una cuccia di legno vicina ad un’altra casetta bellissima di legno dedicata ai gatti

Oggi con grande mio e di mio marito, stupore e preoccupazione li trovo dalla parte opposta della strada, normalmente molto trafficata, ad alto scorrimento. Quindi non rimangono nel parcheggio del supermercato, come avevo creduto, ma quando il traffico è scarso come oggi che è sabato, e gli uffici sono chiusi, i due amici vanno in perlustrazione.

Quando li chiamo mi salutano e prendono con la consueta cortesia i miei wurstel.

Il cucciolo è innocente e allegro e anche un poco spavaldo. Sono commossa da come il piu’ grande si prende cura di lui e accetta i suoi giochi.
Ripartono per la loro strada. Chissà dove vanno.

Forse dove sanno che c’è più gente.

Cari cani di Istanbul!

Non so tutto di voi.

Magari la realtà è diversa da quella che appare a una istruttrice cinofila italiana, turista per qualche giorno nella vostra bellissima e enorme città. Però vi ho visto accuditi e ben nutriti. Non ho visto cacca in giro, malgrado ogni angolo della città ospiti un cane o due.

Il quartiere di Kadikoy ha dedicato una statua in bronzo al cane di quartiere Tarcin ( che in turco significa Cannella, per il colore del suo mantello).

Tarcin era molto amato e veniva spesso ospitato dagli abitanti del quartiere. Lui però preferiva vivere in strada. Ogni giorno aspettava le persone nel luogo dove è stata posta la sua statua a Moda.

È morto a 18 anni, investito da un’auto che faceva retromarcia.

I cani che vivono per strada sono ad alto rischio di investimento. Ma ho osservato che tendono ad attraversare ai semafori, insieme alle persone.

Cari cani di Istanbul!Tornerò ad trovarvi perché siete dei grandi comunicatori! State attenti alle auto.

E i gatti? Aaaah ma i gatti di Istanbul meritano un articolo tutto dedicato a loro !

P.S. È il giorno della partenza, ore 8.29, usciamo dall’Hotel, la navetta è pronta per portarci all’aeroporto e mentre sistemiamo le valigie, ecco che due sagome color sabbia sbucano non si sa da dove e ci vengono incontro.

Che felicità ! Siete sani e salvi! Ma come facevate a sapere dove eravamo alloggiati? E come facevate a sapere che saremmo usciti a quest’ora?

Siamo molto meravigliati dalle vostre doti segrete!

Vi meritate gli ultimi wurstel. Arrivederci

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