Fiducia

Quando un cane deve affrontare situazioni nuove, il tipo di relazione che ha instaurato con il suo umano è alla base di quanto si sentirà sicuro e in grado di gestire questa nuova esperienza.

Contrariamente a quello che si pensava un tempo, non è necessario che un cucciolo debba affrontare un numero elevato di situazioni sia sociali che ambientali per diventare un adulto equilibrato.  È però importante che da subito si instauri una relazione basata sulla fiducia.

Cosa significa fiducia per un cane? Significa prevedibilità nel comportamento del proprietario.

Se un giorno cerchiamo di fare socializzare  il cucciolo con i bambini per esempio, e il cucciolo salta e si esalta per il loro modo di giocare,  ma il giorno seguente utilizziamo il guinzaglio tirandolo e dicendo “No” se si approccia gioioso e salta addosso ad un bambino per strada … Agli occhi del cucciolo questo nostro comportamento è fonte di confusione. Forse si può pensare che il cane dovrebbe adeguarsi al contesto, ma non sempre questo per lui è comprensibile. Anche qui dipende dalla nostra capacità di aiutarlo a comprendere le diverse situazioni.

Con questo non intendo spingere nella direzione dell’ubbidienza, intesa come un cane adulto, che ci chiede permessi e indicazioni in ogni situazione ordinaria. Che non ha la capacità di prendere decisioni in autonomia dopo avere valutato il contesto.   Questo significa a mio parere azzerare la possibilità che un cane acquisisca maturità e possibilità cognitive ed emozionali idonee a rendere la sua  vita  ( e quella della sua famiglia ) semplice e serena.

Quando leggo di cuccioli trascinati nei centri commerciali per “socializzare” o forzati a fare puppy class con troppi cani, senza avere la possibilità di scelta, ecco dovremmo valutare se a volte non sia preferibile un cucciolo che socializza solo con pochi cani , ma selezionati, adulti e in grado di fungere da modelli.

Oppure giocare con un cucciolo della stessa età, ma solamente con la supervisione di professionisti, in grado di valutare i tempi e i modi della conoscenza e forse futura amicizia.

Non dobbiamo nemmeno esagerare nel verso opposto. Proteggere va bene, ma va anche contestualizzato all’età del cane e alle fasi di distacco, che sono molto individuali a seconda delle esperienze di vita pregresse. Se un cucciolo è stato separato precocemente dalla madre, avrà una predisposizione a soffrire emotivamente ad ogni separazione da noi.  E dovremo essere molto presenti e nello stesso tempo tranquilli nel dargli la certezza che il nostro supporto e il nostro affetto sono costanti e che può sempre ritornare da noi, per ogni ricarica affettiva.

Se un cucciolo avrà in noi la costruzione della base sicura, del porto tranquillo  in cui ritornare dopo la tempesta emotiva provocata  dalle tante e numerose novità che la vita ci presenta, sarà più facile per lui costruire una certa resistenza alle avversità e ai traumi. Quella che in psicologia umana si chiama resilienza.

Un cucciolo che cresce con queste basi, con la nostra  presenza emotiva costante, sarà in grado di rispondere alle avversità con ottimismo e con la certezza che noi siamo sempre degli alleati in grado di comprendere le sue difficoltà, ma anche di spronarlo a considerarle delle occasioni per crescere anziché delle sconfitte.

Per questo  le situazioni che potrebbero creare eccessiva ansia  e preoccupazione nel nostro cucciolo andrebbero evitate o comunque procastinate a quando il cane è in grado di viverle con maggiori competenze cognitive ed emozionali.

In psicologia umana è abbastanza noto il fenomeno dello spillover, cioè di una azione che potrebbe portare con sé degli effetti collaterali, non previsti.  Per esempio potremmo portare il cane a passeggiare nel bosco per esercitare l’uso del guinzaglio lungo e scoprire che il cane si rilassa e tira al guinzaglio molto meno che in città . Meno conosciuto è il fenomeno dello spillunder in cui si inserisce una anticipazione emotiva e comportamentale prima del comportamento stesso. Per esempio andare in passeggiata in città passando  davanti alle case con dentro dei cani che abbaiano da dietro i cancelli mette molto in ansia e stressa il nostro cane.

Quando ci prepareremo alla passeggiata il cane cercherà di anticipare la destinazione della passeggiata. E se questa fosse il solito giro del quartiere, dove tutti i cani abbaiano dalle loro case, ecco che per il cane si instaura uno spillunder, andrà in anticipazione emotiva e cercherà delle strategie per farci capire che vive con disagio la futura passeggiata nel quartiere.

Potrebbe caricarsi di emozioni negative e manifestare anche fisicamente le sue difficoltà, ansimando, saltando, tirando al guinzaglio e mettendo in atto dei comportamenti che precedono la passeggiata vera e propria.

Il proprietario potrebbe non fare un collegamento diretto tra la tipologia di passeggiata e il comportamento del cane e arrivare alla conclusione che il cane tira sempre al guinzaglio perché questo sarà lo spillunder del cane. Cioè il suo meccanismo di protezione da una esperienza nel complesso sgradevole o ansiogena.

Quindi valutate sempre quali sono le emozioni che prova il cane nelle situazioni di vita che gli presentiamo e lasciate quanto più è possibile la scelta al cane di analizzare se è la situazione è accettabile. Il nostro sostegno nel riconoscergli questi vissuti anche negativi gli daranno la autostima necessaria a riconsiderare in futuro la stessa situazione in modo magari diverso.

Al centro commerciale per la prima volta a 3 anni e mezzo

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