Il cambiamento climatico e i cani

Negli ultimi tempi le condizioni metereologiche sono molto varie, con giorni di vento forte, nubifragi, allagamenti, fulmini e tuoni intensi e spesso vicini alle case. E ancora giorni e giorni di caldo intenso

Tutto questo è purtroppo la conseguenza del cambiamento climatico a livello globale. Ed è destinato a peggiorare in futuro.

Come lo percepiscono i nostri cani? E come possiamo aiutarli?

In un recente articolo italiano, sono stati intervistati un gruppo di proprietari di cani e gatti, che hanno dato delle risposte relative alle modifiche nella propria routine, relative al cambiamento climatico e anche al cambiamento nel comportamento dei cani e dei gatti.

www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC9480616/

Anche un articolo giapponese mi ha dato degli spunti

www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0168159123003118

Non voglio attribuire minore importanza clinica alle variazioni dovute al caldo, che sono potenzialmente e frequentemente letali, soprattutto nei cani che hanno difficoltà nella termoregolazione.

Né trascurare il comportamento dei gatti.

Tuttavia mi vorrei focalizzare sugli effetti del temporale, dei tuoni, e della pioggia violenta sui nostri cani.

L’ emozione prevalente se sono sensibili ai rumori forti e ai tuoni è la paura!

Anche i cani che non hanno paura, possono sensibilizzarsi se esposti a situazioni in cui non si sentono sufficientemente al sicuro, come per esempio se sono in giardino, e/o senza i loro umani di riferimento, i Care Givers.

La paura del temporale può anche essere trasmessa attraverso un apprendimento da altri individui, che hanno già paura. L’ amigdala è un organo cerebrale associato alle emozioni e al loro ricordo. E quindi un individuo che prova paura durante il temporale, imparerà che già alcuni determinati segni premonitori sono spaventosi, come l’ alzarsi del vento e poi i lampi e le vibrazioni dovute ai tuoni in lontananza.

La possibilità di provare questa paura aumenta con l’ età proprio perché connessa alle esperienze di esposizione ai temporali precedenti.

Dallo studio citato si è visto che molto spesso i cani ricercano i care givers, sin da subito, quando iniziano a provare paura. E anche la personalità del Care Giver può avere importanza. È importante che ci sia attenzione al problema, e che il Care Giver sia in grado di tranquillizzare il cane con la sua presenza e il suo comportamento.

Se i cani invece sono da soli, durante un temporale, spesso la reazione alla paura è di due tipologie: il tentativo di rifugiarsi e nascondersi in una “tana”. Oppure la fuga quando la paura diventa attacco di panico.

Quest’ ultimo comportamento è purtroppo molto frequente quando il cane si ritrova in un ambiente poco protetto, o in assenza del Care Giver. O addirittura all’ esterno, in giardini e terreni aperti alle intemperie.

La preparazione di una stanza e di una zona protetta da coperte o tende, potrebbe aiutare il cane, che si sarà abituato in precedenza a vivere questa “casetta” come un luogo sicuro e piacevole.

Il Medico Veterinario Esperto del Comportamento potrà anche dare indicazioni specifiche sulla terapia che potrà essere sia comportamentale che farmacologica. E naturalmente avvalersi della collaborazione di educatori e istruttori professionali di sua fiducia.

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