Un cucciolo è indifeso, è aperto alla vita, ha da poco lasciato la mamma e i suoi fratelli e sorelle, e sta creando con te una relazione di attaccamento. In questo momento diventi il suo genitore, ti sei inserito nella sua crescita e lui dipende in tutto e per tutto da te.
Non c’è nessuna dimostrazione scientifica che la sua personalità di cucciolo di due o tre mesi, rimarrà la stessa nell’ individuo adulto.
Invece c’è la certezza che un trauma importante a questa età, così precoce, possa influire sul suo futuro.
Ma come fai a consegnare il tuo cucciolo nelle mani di un abusatore?
Di qualcuno che lo maltratta fisicamente, andando proprio a ricercare il dolore e la paura?
Sfatiamo un altro mito: la femmina di cane non costringe i suoi cuccioli a mettersi in posizioni dolorose emotivamente o fisicamente. Una buona madre non interviene con violenza. Non solleva il cucciolo per la pelle e non lo morde forte. Non lo costringe a stare a pancia in su.
È molto attenta alle emozioni dei suoi figli, e accorre preoccupata se li sente piangere o li vede in difficoltà.
Perché allora non difendi il tuo cucciolo, e anzi lo consegni a chi lo abusa, gli provoca paura e incertezza in una situazione che non comprende.
Il tuo cucciolo ti chiama in aiuto e ti guarda. Ma tu non intervieni perché tu pensi che sia giusto fare le “prove” per una futura eventuale personalità aggressiva. In realtà quel cucciolo avrà un ricordo indelebile del maltrattamento subito e questo trauma lo avrà vissuto con il tuo consenso, in tua presenza. E quindi è proprio un buon inizio per un futuro di personalità ambivalente. Un’ esperienza precoce di trauma e abuso è correlata a disturbi in età adulta anche nell’ uomo.
È un fenomeno ben conosciuto che si chiama ACE, Adverse Childhood Experiences.
Rifletti con attenzione sulle esperienze che vuoi dare al tuo cane, rivolgiti a figure professionali che si sono formate in modo scientifico e che abbiano a cuore il futuro della vostra famiglia!