I cuccioli sono molto aperti alle nuove esperienze, soprattutto fino alle 12 settimane. Questo processo non si ferma ovviamente alla 12 settimana, perché i cani continuano, come noi, ad apprendere per tutta la vita.
Tuttavia questo periodo dell’ imfanzia del cane, chiamato “finestra della socializzazione”, è molto delicato perché il piccolo ha una apertura speciale verso il mondo e il suo ambiente futuro di vita, è spalancato alle novità.
Queste novità però non è consigliabile che siano troppo intense, troppo caotiche, troppo durature, troppo impattanti sulle emozioni del cucciolo.
Come facciamo a stabilire quando è troppo?
I cuccioli non hanno ancora una comunicazione completamente sviluppata, non sono spesso in grado di dirci se sono confusi e stanchi e questo può essere un ostacolo alla nostra capacità di fare vivere una esperienza piacevole.
Perché di questo stiamo parlando: il cucciolo non deve essere “esposto” a degli “stimoli”, infatti la visione behaviorista è obsoleta e sbagliata. I cani non hanno comportamenti che seguono stimoli e risposte, bensì pensano e provano emozioni, proprio come noi.
Quando il cucciolo arriva a casa, appena adottato, ha appena lasciato la mamma e i fratelli e sorelle e questo è già un grande cambiamento.
Ha bisogno di una figura di riferimento, e questa figura è il Care Giver, cioè chi si occupa di lui, quotidianamente. Il processo di attaccamento si sviluppa in pochi giorni, e il cucciolo si attaccherà al suo Care Giver e sarà spaventato se questa figura non è presente
Le prime esperienze dovranno essere limitate nel tempo, non troppo caotiche, e alla fine il cucciolo andrà lasciato dormire a lungo per riprendersi dall’ attività.
È sconsigliabile una esperienza di Puppy Class con più di due o tre cuccioli insieme, è sconsigliabile che i cuccioli abbiano età troppo diverse, è sconsigliabile portarli in centro città per ore e ore o al centro commerciale il sabato pomeriggio. È sconsigliabile che conoscano cani adulti sconosciuti non equilibrati, o con poca pazienza con i cuccioli.
È infine sconsigliabile che addestratori con metodi punitivi e inutilmente coercitivi diano esperienze di emozioni negative vissute insieme al Care Giver. Siamo infatti noi Care Giver il punto di riferimento del cucciolo, non ha più una madre che lo protegge. Come vivrà una esperienza traumatica un cucciolo? Solitamente reagirà con paura e incertezza di come comportarsi. Non ha esperienza.
È ancora piccolo.
Come nei minori abusati, la prima emozione è la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Ma se è un adulto a farlo… Il cucciolo lo accetterà.
Rimarrà passivo, o tenterà una piccola difesa, ma attenzione!!!
Questo non significa che a livello emotivo il cucciolo sia tranquillo, equilibrato.
È un trauma, ma non ha ancora la capacità di esprimere quello che prova.
Quando arriverà all’ età adolescenziale questo cucciolo abusato ha due possibilità:
1) rimanere sottomesso e “spento”: non prende iniziative se non autorizzato dal suo umano, qualsiasi comunicazione con l’ umano è basata sul timore, si sente impotente e incapace.
2) esprimere un forte disagio comportamentale e la frustrazione accumulata nella propria vita.
Crescere un cane sano mentalmente è sempre di più una sfida, la società ci richiede che ci sia velocità, immediatezza nelle risposte, e a volte non permette il tempo necessario al cucciolo di vivere con il suo umano in un tempo più lento, più di osservazione e conoscenza.
Si pretende di comandare un cane, privandolo della possibilità di imparare anche da noi umani, e noi umani di imparare da lui come convivere insieme.
Siamo animali che condividono la vita. Abbiamo questo tempo, non un altro tempo.
Impariamo a rallentare, a essere gentili, a non partire prevenuti pensando a dominanze e a controllo dell’ umanità nei cani di due mesi.
Cominciamo insieme a piccoli passi a conoscerci e a preparare la vita con un nuovo compagno di vita.
Loro fanno grandi sforzi per adattarsi al nostro modo di vivere. Noi a volte chiediamo un po’ troppo.