I segnali calmanti e i cani del passato

Tanto tempo fa anche io ero convinta che ai cani piacesse essere accarezzati quando si mettevano a pancia in su. Pensavo anche che la passeggiata al guinzaglio di un metro e mezzo con il collare fosse divertente per i cani. Per fortuna non ho mai utilizzato il collare a strozzo, ma a dire la verità avevo cani di piccola taglia. Quando rivedo le foto dei miei cani del passato, sento uno struggimento e anche un senso di colpa, di un mancato vero rispetto per loro. Eppure li ho amati tantissimo, ero davvero certa di dare il massimo del benessere e di saper interpretare ogni loro richiesta o bisogno. Se accarezzandoli socchiudevano gli occhietti, pensavo che per loro fosse una coccola fantastica e quindi insistevo felice e beata. Sbadigliavano? Sicuramente erano stanchi ed era ora di lasciarli dormire.( per fortuna!!!)

Quanti errori, fraintendimenti e anche sciocche idee sulla dominanza o sulle presunte prese di potere.

Quanti tentativi di far fare amicizia con gli altri cani, senza rispettare i desideri, le distanze e i tempi.

Quando rivedo le vecchissime foto posso vedere i loro segnali calmanti: ancora e ancora continuavano a tentare di parlarmi nel modo giusto e io non sapendo nulla non capivo. Cercavano di spiegarmi che pur volendomi tanto bene, avrebbero gradito essere capiti di più. Per esempio Whisky, che era la mia prima cagnolina, non amava giocare a tirare la carrozzina piena di letterine, che io pensavo fosse la slitta postale di Jack London. Aveva tanta pazienza con me che avevo solo 6 anni e la amavo e tormentavo in modo passionale, ma non capivo quel suo entusiasmo quando rientrava il mio papà che la salvava dal mio controllo: perchè a lui faceva tante feste? Ricordo i suoi tentativi di non rispondere al mio richiamo…rallentava i movimenti,si fermava, si girava. Quanta pazienza aveva …

La sua unica figlia Chica, nata tardissimo per un amore sbocciato in montagna, nel paesino natio, era una cagnetta più sicura ed estroversa e la ricordo nei suoi contatti con i cani del parco Treves, dove la portavo spesso a “socializzare” o “giocare” con un collie femmina e un boxer …se ci penso ora che sono un dog trainer mi vengono i brividi…ma all’epoca ero adolescente e mi piaceva frequentare gli altri proprietari con i loro cani.

In realtà il suo approccio con gli altri cani era molto competente: se il cane era impulsivo e arrivava diretto, lei si girava subito e rallentava i movimenti. Se l’altro era insistente e maschio, ci stava anche una ringhiata secca. Altrimenti era bravissima ad annusare, fare la pipì e poi ognuno per la sua strada.

Il cane testimone della mia giovinezza era un meticcio di shi-tzu di nome Oscar. Era stato abbandonato con una sorellina e due fratellini a soli 30 giorni di vita, presso la Clinica Veterinaria dove lavorava il mio fidanzato. Qui da noi si dice moroso. Mi chiamò una mattina di inverno perchè andassi a vedere i cucciolini. Chi li aveva abbandonati aveva chiesto la loro eutanasia, ma invece erano nell’incubatrice al calduccio, in attesa di qualcuno che li adottasse e li amasse per sempre. Tutti trovarono famiglie speciali e vissero a lungo, e Oscar venne preso da me, che vivevo ancora con mia mamma e la cagnolina Chica.

Chica era ormai anzianotta, ma i suoi 11 anni furono determinanti per insegnare al piccolo Oscar la comunicazione con i Segnali Calmanti che la mamma purtroppo aveva interrotto troppo presto. Nonostante il suo aiuto Oscar non era molto abile a evitare i conflitti e venne morsicato da un Alaskan Malamute in montagna e poi cercai di proteggerlo sempre dagli altri cani…

Infine arrivò Totò dalla Sicilia, la sua è una storia famosa narrata anche nel libro di Gloria Spessotto: “Gli animali della via Jula” edito da Luciana Tufani di Ferrara. Totò arrivò con un cambiamento : aveva qualche problema comportamentale e mordeva se si esagerava nel toccarlo. Giustamente lui metteva dei limiti. Mordeva anche se decideva che qualcosa era di sua proprietà, per esempio il cestino dell’umido. Poi tirava al guinzaglio e non rispondeva molto al richiamo, ma queste erano solo quisquilie. Quando incontrava le persone però si trasformava e saltava addosso per attirare l’attenzione e poi fare balletti e spinte e infine usare la bocca quando le persone iniziavano ad accarezzarlo. Era davvero irresistibile con questo suo modo di fare e le persone non riuscivano a ignorarlo. Grazie a questo comportamento decisi di frequentare il corso SIUA di Referee Pet Operator a Bologna per diventare operatrice di Pet Therapy con lui. Conobbi professori e istruttori famosi. Conobbi anche la mia amica e collega Annalisa con cui in seguito fondammo una associazione di pet therapy. Ma soprattutto conobbi di più il mio Totò: imparai che andava difeso e tutelato a maggior ragione ora che era un dottore a 4 zampe.

Ma solamente nel 2009 quando con Annalisa conobbi Turid Rugaas e Anne Lill Kvam capii per la prima volta la comunicazione dei miei cani, primo fra tutti Totò.

Solo i segnali calmanti danno la magia dell’anello di re Salomone per capire cosa ci vogliono dire i nostri cani, cosa provano davvero. E ci permettono di rispettarli nei loro sentimenti ed emozioni .

Guardando le foto dei cani che sono vissuti prima di Totò, provo allora rimorso. Per il mancato rispetto, l’inconsapevole maltrattamento e i loro occhi passati, a volte un poco tristi ai miei occhi presenti . Provo anche un rimpianto: per la ormai perduta occasione di dirci …chissà amici miei cosa ci saremmo potuti ancora raccontare, chi lo sa .

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