Alcuni concetti pronunciati da Turid Rugaas 11 anni fa, sono sempre di grande attualità. Uno di questi è:
“Visitare un luogo diverso circa una volta alla settimana o ogni 15 giorni”
È utile questo consiglio? Non sarebbe preferibile fare attività ripetitive e performative come l’agility o l’obedience? Basate su schemi sempre uguali a sé stessi? In realtà le attività ripetitive sono molto poco cognitive. Il perché è molto facile da capire se lo paragoniamo ad una attività umana. Supponiamo di fare una attività nuova, come per esempio imparare a guidare l’auto. All’inizio saremo concentrati al massimo e avremo delle difficoltà, in particolare a usare frizione e acceleratore alternando i pedali. Senza contare la sincronizzazione con la mano destra. Ci sembrerà quasi impossibile coordinare occhi, mani e piedi. E invece chi prima e chi dopo, tutti riusciamo a guidare l’auto. Ma cosa succede a chi ormai sa guidare bene? Che non ci pensa più e riesce quindi a fare altre cose come telefonare e adocchiare il navigatore. Talmente bene che a volte occhi mani e piedi non sono più collegati alla mente pensante, ma alla mente che esegue. O meglio il nostro corpo esegue dei movimenti in automatico, senza la necessità di pensare a cosa stiamo facendo. Salvo ritornare in noi stessi quando c’è la necessità di rallentare o frenare o comunque cambiare le modalità di guida.
Questo succede anche ai nostri cani quando le attività che proponiamo sono ripetitive, utilizzano prettamente l’asse occhi- corpo- zampe, e viene annullata la componente esplorativa dell’olfatto. Come mai in una gara di sport come agility, rally O, dog dance, la sequenza dei movimenti richiesti è di solito differente? Proprio per evitare che il cane li conosca a memoria e parta il corpo in modalità procedurale, completando la sequenza in automatico. Quindi si ricerca un minimo di capacità cognitiva. Ma in realtà i movimenti sono sempre gli stessi, salvo acquisire nel tempo precisione. Che cosa esperimenta invece un cane in una passeggiata a guinzaglio lunghissimo in un ambiente nuovo?
Quando si porta il nostro cane in un ambiente nuovo, la componente cognitiva è molto più sollecitata. Infatti anche annusare un angolo marcato da altri cani sconosciuti, o sentire nell’aria e nel terreno odori diversi, sollecita anche le componenti più complesse a livello cerebrale.
Questo concetto è ormai noto da un decennio da chi educa e istruisce i cani con il metodo cognitivo. Eppure spesso le attività proposte sono ancora di tipo visivo automatizzante anziché stimolante a livello di tutte le componenti sensoriali. Sembra così semplice che la maggior parte del settore cinofilo potrebbe considerare la passeggiata in luoghi diversi una attività banale e priva di interesse. D’altra parte spiegare ai proprietari come educare da soli il proprio cane, farebbe perdere una buona parte del lavoro e della ricompensa di tipo economico. Ma al di là dell’ironia eccomi a spiegare come attivare un cane a livello cognitivo con una semplice passeggiata. Anche se scontata, scopriamo che può essere piuttosto complessa se vogliamo rispettare il nostro cane.
Innanzitutto prendiamo in considerazione le condizioni fisiche del nostro cane. L’età, la mobilità e eventuali problemi di salute devono essere la nostra priorità nel decidere che tipo di ambiente, temperatura e durata dell’attività scegliere. Questa parte legata alla salute del cane spero faccia parte anche delle attenzioni di proprietari e educatori, istruttori e addestratori prima di tutte le attività cino- sportive classiche. E intendo proprio essere molto attenti all’osservazione, a riconoscere tempestivamente anche il più lieve dei sintomi, che sappiamo bene come gli animali siano bravi a mascherare. E tra questi sintomi c’è anche la svogliatezza, la mancanza di interesse per l’attività proposta, i segnali calmanti ripetuti prima durante e dopo l’attività.
A seguire un’altra discriminante è il tipo di aspettativa e preferenze che ha il nostro cane. Dopo anni di lavoro in Pet therapy, so benissimo che il cane che fa un lavoro per noi , spesso lo fa per svolgere insieme un compito, gioco, e insomma per condividere. La terapia per un cane è sempre terapia di gruppo, prevede sempre la complicità , la partecipazione e il “noi”. Però solo conoscendo la comunicazione del cane, le sue emozioni e sentimenti posso essere consapevole in modo profondo di quando l’attività è gradita e quando invece viene eseguita perché piace a me. E le attività ludiche con palline da rincorrere, pallone da spingere, dischi da afferrare, che sembrano tanto essere gradite? Purtroppo un cane si fa piacere qualsiasi attività proponiamo di fare insieme. E diventa maniaco ossessivo nel rincorrere la pallina, bastone, zimbello lanciato fino allo sfinimento. Salterà gli ostacoli fino allo sfinimento e lo riproporrà ancora e ancora. Perché questo per lui significa partecipare a qualcosa che gli abbiamo proposto, insegnato noi. È un modo per stare con noi, perché questo è quello che sempre abbiamo dato, convinti che per il cane fosse super divertente. In un cerchio senza inizio né fine.
Quanto mi piacerebbe che noi umani facessimo più spesso questo atto di coscienza e ci chiedessimo…ma davvero gli piace questa attività? O forse piace a noi? Anche nella passeggiata, se ripetitiva e a guinzaglio corto, il cane avrà delle difficoltà e comincerà ad annoiarsi e a provare sentimenti di frustrazione. Alcuni cani si ribellano a queste costrizioni, diventano ingestibili soprattutto in adolescenza. E allora verranno portati a “sfogare” le energie al campo cani. E questo non sarà che il principio di una mancata comprensione dei bisogni reali di un cane.
La vera “educazione” che il professionista dovrebbe proporre alla coppia cane proprietario, dovrebbe essere mirata a quella coppia. Non ad un generico gruppo di cuccioli con caratteristiche e desideri differenti. In questo una passeggiata che sviluppi le reciproche competenze, può essere il mezzo per aiutare il cucciolo a crescere sereno, competente e naturalmente in relazione con il suo umano.
La passeggiata a guinzaglio lungo, breve e rilassante, in un ambiente nuovo sarà un continuo arricchimento delle esperienze olfattive e cognitive del cucciolo, che crescerà competente, sicuro e fiducioso. Nel cane adolescente le passeggiate si arricchiranno di sfide sia olfattive che ambientali e potremo fare acquisire anche competenze propriocettive e muscolari. Chiederemo una attenta valutazione del territorio, dei suoi odori e sapori. Il cane adulto che fa passeggiate nuove, ricche di proposte olfattive, motorie e cognitive sarà sempre curioso delle occasioni offerte dal suo umano. Non sarà ansioso se avremo insegnato bene a valutare le difficoltà e i tempi di riposo adeguati. Ci saranno interi giorni di riposo per recuperare lo stress della novità. Anche meravigliarsi può portare a stress e noi avremo gli strumenti per compensare. Dormire in un ambiente silenzioso e privo di stimolazioni continue, sarà la condizione per aiutare il cane a essere pronto per una nuova passeggiata. Il cane anziano amerà anche la passeggiata sicura e rituale, ma non sottovalutiamo l’effetto benefico di un giretto in un nuovo ambiente, magari arrivando in auto e proseguendo con un passeggino quando il nostro amico non riuscirà più a camminare a lungo.
Il cane anziano, così come il cucciolo, avranno dei tempi di recupero più lunghi e commisurati a molte variabili individuali. Ricordo che adeguare la passeggiata all’individualità della coppia è il compito dell’educatore – istruttore , che tuttavia terrà in considerazione soprattutto le esigenze del cane. Perciò se il cane è anziano, con proprietario giovane , la coppia dovrà adeguarsi alle necessità del cane anziano. Se viceversa è il proprietario ad essere nella terza età con un cane giovane, si farà aiutare dai professionisti che lo seguono, proponendo anche attività di passeggiate in dog sitting.
Ogni umano è forse imperfetto da solo e il suo cane lo va a completare. Nell’antichità gli uomini avevano una simbiosi biologica con i cani, basata sulla caccia, la protezione, e molte altre conoscenze utili alla sopravvivenza. I cani si sono coevoluti con noi, ma noi abbiamo forse dimenticato le loro potenti competenze di nostri alleati. Camminare a lungo nella natura, senza chiedere niente ai nostri cani, sarà la strada da percorrere insieme per gli anni a venire. Un strada vecchia di millenni, ma sempre nuova